Detrazione ristrutturazione in 10 anni: come funziona ed esempi
La detrazione in 10 anni è un'opzione molto vantaggiosa per ammortizzare le spese sostenute per la ristrutturazione: vediamo come funziona nello specifico
Sofia Barbera
Dottoressa in economia
- Detrazione ristrutturazione in 10 anni: le regole da rispettare
- Come viene ripartita la detrazione per ristrutturazione?
Se hai in mente progetti di ristrutturazione per la tua casa, potresti voler sfruttare le agevolazioni fiscali messe a disposizione dal governo. Tra queste, la detrazione per interventi di ristrutturazione rappresenta un’opportunità interessante. Ma come funziona esattamente questa detrazione e quali sono gli aspetti chiave da conoscere?
Vediamo nel dettaglio il funzionamento della detrazione ristrutturazione in 10 anni, analizzando le regole, i limiti di spesa e i vantaggi che offre.
Detrazione ristrutturazione in 10 anni: le regole da rispettare
Sfruttare la detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione rappresenta un’opportunità preziosa, ma è fondamentale comprendere le regole che ne disciplinano l’applicazione. Fino al 31 dicembre 2024, il limite massimo di spesa su cui calcolare la detrazione del 50% è di 96mila euro per ciascuna unità immobiliare.
Questo limite è annuale e riguarda sia l’immobile principale che le sue pertinenze, anche se accatastate separatamente. È importante sottolineare che gli interventi edilizi effettuati sulle pertinenze non hanno un proprio limite di spesa autonomo, ma rientrano nel limite stabilito per l’unità abitativa principale a cui tali pertinenze sono collegate.
Nel caso in cui gli interventi effettuati in un anno siano la continuazione di lavori avviati in anni precedenti, il limite massimo delle spese detraibili deve considerare anche quelle sostenute negli anni precedenti. In altre parole, l’agevolazione può essere ottenuta solo se la spesa per cui si è già fruito della detrazione non ha superato il limite complessivo previsto.
Come viene ripartita la detrazione per ristrutturazione?
La detrazione fiscale per le spese di ristrutturazione è un incentivo prezioso per chi intende migliorare la propria abitazione. Tuttavia, è importante comprendere come questa agevolazione venga ripartita nel tempo. La detrazione, corrispondente a una percentuale della spesa sostenuta per la ristrutturazione, viene suddivisa in 10 quote annuali di uguale ammontare, nell’anno in cui la spesa è effettivamente sostenuta e nei successivi periodi d’imposta.
Ad esempio, portando in detrazione una spesa di 40mila euro con il Bonus Ristrutturazione al 50%, si avrà diritto a una detrazione per ristrutturazione edilizia che ammonta a 20mila euro da ripartire nei dieci anni successivi, pari quindi all’importo di 2mila euro ogni anno.
Ma cosa succede se un contribuente ha diritto alla detrazione ma non riesce a usufruirne completamente in uno o più anni? In questi casi, anche se non è possibile richiedere l’agevolazione a causa di incapienza o altre circostanze, il contribuente può ancora beneficiarne negli anni successivi: basta indicare nella dichiarazione dei redditi il numero della rata corrispondente alla detrazione non utilizzata in passato.
È però importante tenere presente che la detrazione per gli interventi di recupero edilizio non è cumulabile con l’agevolazione fiscale prevista per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici rientranti nell’Ecobonus, che attualmente permettono una detrazione del 65%. È possibile usufruire soltanto di uno dei due benefici per le stesse spese, in base alle proprie esigenze e obiettivi.
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