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Direttiva Unione Europea: sarà obbligatorio ristrutturare queste case

Le nuove regole europee impongono al 60% dei proprietari di casa di ristrutturare la propria abitazione in pochi anni: scopriamo gli immobili interessati e le scadenze da rispettare

Ultimo aggiornamento 19-02-2024
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Alessandro Speziali

Dottore in Economia

Nel 2014 mi diplomo al Liceo Scientifico Leone XIII di Milano, e mi Iscrivo alla facoltà di Economia e Gestione Aziendale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove conseguo la laurea triennale nel Luglio 2017. Successivamente mi iscrivo al corso di laurea magistrale di economi...
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Con la normativa europea sul clima, è diventato obbligatorio per i Paesi europei ridurre le emissioni inquinanti di almeno il 55% entro il 2030. Questo piano di efficientamento energetico prende in causa non soltanto le emissioni industriali e la mobilità tradizionale, ma anche le nostre abitazioni.

Per rispettare la direttiva green di Bruxelles nell’edilizia, proposta nel 2021 e ancora in fase di definizione, milioni di italiani saranno obbligati a ristrutturare le loro case nei prossimi anni. Infatti, stando ai dati, si ritiene che il settore immobiliare sia uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra in Europa. Pertanto, inizia a premere la necessità di una modernizzazione degli immobili in modo sostenibile.

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Vediamo per quali tipi di immobile è prevista la ristrutturazione obbligatoria e con quali tempistiche.

Ristrutturazione obbligatoria: cosa dice la nuova direttiva UE

Le nuove norme UE dovrebbero essere approvate entro marzo, ma non è ancora chiaro quanto tempo ci sarà per adeguarsi. Secondo la bozza della nuova direttiva comunitaria, almeno il 15% degli edifici non residenziali dovranno essere portati da una classe energetica G a una classe F entro il 2027, mentre per gli edifici residenziali ci sarà tempo fino al 2030. Successivamente, un ulteriore 25% degli edifici con classe energetica bassa dovrà essere modernizzato entro il 2034.

I singoli Stati europei dovranno stabilire le modalità per adeguarsi alle nuove norme UE a seconda delle esigenze territoriali, con l’obiettivo finale di avere zero emissioni entro il 2050. Ogni Stato potrà quindi modificare le procedure per raggiungere questo traguardo nel rispetto dei requisiti minimi stabiliti dalla normativa UE. Per quanto riguarda gli edifici pubblici di nuova costruzione, a partire dal 2028 sarà obbligatorio un piano per le emissioni zero, mentre per gli edifici privati l’obbligo entrerà in vigore nel 2030.

Non tutti gli edifici dovranno essere ristrutturati secondo la bozza delle norme UE. Gli edifici di culto, quelli storici sottoposti a vincoli, le case abitate solo per massimo 4 mesi all’anno e le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore ai 50 mq, resteranno esenti dagli obblighi iniziali.

Perché in Italia è fondamentale la svolta green?

La direttiva europea richiede una classe energetica minima per gli edifici residenziali e non superiore alla classe E. Tuttavia, in Italia, la maggior parte degli edifici costruiti prima degli anni ’70, che rappresentano circa il 60% degli immobili totali, sono di classe F o G, quindi non soddisfano questi requisiti.

Tuttavia, a causa delle difficoltà incontrate negli ultimi mesi con il Superbonus 110%, passato nel 2023 al 90%, la filiera edilizia sta attualmente attraversando un periodo di difficoltà, e non sarà semplice migliorare l’efficientamento energetico della propria casa. Non sono previste sanzioni per la mancata ristrutturazione, ma non effettuare i lavori richiesti per migliorare la classe energetica potrebbe ridurre il valore della proprietà immobiliare, senza contare che una casa poco efficiente comporta consumi più elevati in bolletta.

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