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Il Decreto Salva Casa è legge: le novità ufficiali e cosa cambia da oggi per la casa

Il Decreto Salva Casa è stato ufficialmente approvato: scopriamo quali novità rivoluzioneranno il settore edilizio e quali interventi si potranno sanare

25-07-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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Il Decreto Salva Casa è diventato ufficialmente legge, ma non senza polemiche. Promosso dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e approvato definitivamente dal Senato, questo provvedimento introduce significative novità nel panorama normativo dell’abitare. Nato con l’intento di regolarizzare piccole difformità e semplificare le procedure burocratiche, il decreto ridisegna i confini di ciò che è possibile fare in ambito edilizio. Scopriamo quali interventi si potranno realizzare e sanare con il Decreto Salva Casa.

Decreto Salva Casa approvato in Senato: le reazioni della politica

Il Decreto Salva Casa ha concluso il suo iter parlamentare: dopo la firma di Mattarella e l’approvazione alla Camera, ora ha finalmente ottenuto l’approvazione definitiva in Senato con 106 voti favorevoli, 68 contrari e un astenuto. Il provvedimento, proposto dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, mira a regolarizzare interventi edilizi minori consolidati nel tempo, come modifiche a muri, soppalchi, finestre e balconi. L’obiettivo dichiarato è di facilitare le compravendite e le ristrutturazioni immobiliari, sebbene i costi di tali regolarizzazioni non siano ancora stati quantificati precisamente.

Tuttavia, le reazioni politiche al decreto sono state tutt’altro che unanimi, evidenziando profonde divisioni tra maggioranza e opposizione. La senatrice Gabriella Di Girolamo del Movimento 5 Stelle ha espresso forti critiche, sostenendo che il decreto va ben oltre la semplice regolarizzazione di piccole difformità. Secondo Di Girolamo, le modifiche apportate alla Camera hanno ampliato significativamente la portata del provvedimento, toccando aspetti come le variazioni essenziali, la doppia conformità e persino la normativa antisismica. La senatrice ha inoltre sollevato dubbi sulla costituzionalità del decreto, sottolineando la mancanza di limitazioni temporali che lo renderebbe in contrasto con l’articolo 77 della Costituzione.

Dal Partito Democratico, il capogruppo Francesco Boccia ha definito il decreto una vera e propria “deregulation” contenente “evidenti sanatorie e condoni”. Boccia ha criticato l’assenza di misure per l’edilizia pubblica e la rigenerazione urbana, accusando il ministro Salvini di non aver avuto il coraggio di difendere personalmente il provvedimento in Parlamento. Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, ha espresso preoccupazione per gli effetti del decreto, sostenendo che favorirà la proliferazione di case vacanze e B&B a scapito della residenzialità per i meno abbienti. De Cristofaro ha sottolineato la mancanza di soluzioni per le oltre 700.000 famiglie in attesa di una casa popolare e per i 90.000 alloggi pubblici attualmente non disponibili.

Le critiche dell’opposizione convergono su un punto comune: l’accusa al ministro Salvini di aver promosso un “condoncino” che favorirebbe i proprietari immobiliari più abbienti, trascurando le esigenze abitative delle fasce più deboli della popolazione.

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Decreto Salva Casa: quali interventi si potranno sanare?

Il Decreto Salva Casa offre la possibilità di sanare una vasta gamma di interventi che riguardano aspetti quotidiani della vita domestica, con l’obiettivo di risolvere piccole irregolarità, riguardanti soprattutto verande, tende, soppalchi, gradini, grondaie, finestre, pareti e porte interne. Vediamole nel dettaglio:

  • Ampliamento dell’edilizia libera: un’importante novità è l’inclusione nel criterio di edilizia libera di vetrate panoramiche amovibili, varie tipologie di tende e opere di protezione solare e dagli agenti atmosferici. Sono ora consentite diverse tipologie di coperture, incluse pergole con telo addossate alla casa, anche con elementi di supporto fissi necessari per il loro corretto funzionamento e estensione. Le pergole bioclimatiche con telo retrattile sono anch’esse realizzabili liberamente, purché non creino spazi chiusi permanenti.
  • Flessibilità nella distribuzione delle aperture: il decreto introduce una maggiore flessibilità nella gestione degli spazi interni delle abitazioni. In particolare, consente ai proprietari di riposizionare le aperture interne; modificare la disposizione di porte all’interno dell’abitazione e spostare la collocazione delle finestre che non danno sull’esterno. Queste modifiche possono essere effettuate senza la necessità di richiedere permessi specifici o presentare comunicazioni alle autorità competenti.
  • Modifiche di altezze e superfici: la normativa rivede i parametri per le ristrutturazioni, superando parzialmente le disposizioni risalenti al 1975. Il limite minimo dei soffitti scende da 2,70 a 2,40 metri, mentre i monolocali possono partire da 20 mq e i bilocali da 28 mq.
  • Recupero dei sottotetti: il decreto mira a semplificare il recupero dei sottotetti a livello nazionale, prevedendo deroghe alle norme sulle distanze tra edifici. L’obiettivo è aumentare l’offerta di alloggi limitando il consumo di suolo. Tuttavia, per le procedure di recupero dei sottotetti, bisogna comunque attenersi alle regole regionali, che in alcuni casi risultano più permissive ma presentano anche alcune restrizioni.
  • Ampliamento delle tolleranze costruttive ed esecutive: il decreto prevede un ampliamento delle tolleranze costruttive ed esecutive, che ora oscillano tra il 2% e il 6% in base alla superficie dell’intervento. Viene inoltre semplificato l’accertamento di conformità, eliminando la richiesta di doppia conformità, che sarà necessaria solo nei casi più gravi.
  • Cambio di destinazione d’uso: la sanatoria permette il cambio di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee, pur imponendo il rispetto delle normative specifiche per ciascuna tipologia. Questo significa che il passaggio tra categorie funzionali diverse deve essere conforme non solo alle prescrizioni per ciascuna categoria, ma anche alle disposizioni stabilite dal piano del Territorio.

Nonostante le semplificazioni introdotte, ogni intervento edilizio richiede una valutazione attenta e specifica. Per questo motivo, è fortemente consigliato affidarsi a un esperto del settore prima di intraprendere qualsiasi modifica o regolarizzazione.

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