Caminetto in ghisa o refrattario? Questo è il problema
Vuoi un caminetto ma non sai se farlo in ghisa o refrattario? Ecco una breve e pratica guida sui loro pro e contro
Giuseppe Sorrenti
Architetto
La scelta del rivestimento del camino è tutt’altro che secondaria ed è ben lontana dall’essere una semplice questione di adeguarsi all’arredamento della stanza prescelta o di gusto estetico: al contrario, questi rivestimenti hanno un impatto assai considerevole sulla resa termica, sulla funzionalità e sulla manutenzione del camino stesso.
Vediamo quindi quali sono vizi e virtù di queste due tipologie.
Camino in pietra refrattaria
Il camino in pietra refrattaria è un grande classico nelle case, grazie alla vasta gamma di pietre a disposizione e della varietà di proprietà (estetiche o pratiche) che possiedono.
Partendo dalla comune pietra levigata (che dona forme ordinate e lucide al caminetto) per arrivare alla pietra lavica smaltata (che garantisce elevata resistenza alle alte temperature e solidità quasi granitica nel tempo), passando per scelte più decorative (come la pietra bianca bocciardata, per avere delle finiture irregolari). Naturalmente, ognuna delle scelte disponibili va considerata con un occhio per l’ambiente che dovrà riscaldare col il proprio calore e la propria presenza.
Gli svantaggi di questo tipo di camino, però, sono presto apparenti: il camino in refrattario sarà pure esteticamente molto gradevole, ma è anche generalmente piuttosto mediocre nella conservazione del calore e richiede costanti interventi di pulitura, preferibilmente svolti con cautela (una manutenzione mal svolta rischia di lasciare polveri e ceneri che rischiano di danneggiare il camino, alla lunga).
I prezzi di un camino in refrattaria dipendono dalle dimensioni e dal materiale scelto, ma si aggirano attorno ai 400 – 1.000 euro.
Camino in ghisa
Il camino in ghisa ha molte meno possibilità di personalizzazione ed è privo dello charme rustico della nuda pietra, ma è certamente molto più pratico.
La ghisa è una lega metallica dall’elevata inerzia termica, cosa che le permette di immagazzinare il calore del legno che arde e di irradiarlo gradualmente nell’ambiente per ore intere dopo che è stato spento; non solo, essendo un metallo e solitamente impiegato in impianti a monoblocco, tendono ad essere molto più semplici da pulire ed anche strutturalmente più solidi della pietra.
Dal punto di vista estetico, il caminetto in ghisa ha meno da offrire del suo concorrente, ma ciò non significa che sia privo di fascino: in commercio ci sono molti blocchi o cornici dal design elegante e ricco, che ben si adattano alla maggior parte delle sale anziché stonare, e si presta anche a soluzioni diverse dalla comune incassatura a muro.
I prezzi del caminetto in ghisa dipendono dalle dimensioni e dalla forma scelta, ma possono arrivare fino ai 2.000 euro se non oltre.
Conclusioni
Caminetto in ghisa o in refrattario, quindi? Difficile a dirsi, dipende perlopiù dal vostro gusto estetico, dalla sala in cui volete installarlo, e dalla vostra voglia di dedicarvi attivamente alla cura di quel camino: i prezzi saranno sempre piuttosto elevati, sebbene quelli in pietra tendano ad essere meno costosi, quindi valutate a seconda delle vostre inclinazioni.
Per essere sicuri della scelta da voi fatta, vi consigliamo di rivolgervi ad un professionista del settore. Richiedete un preventivo!