Come si diventa amministratore di condominio
L’amministratore di condominio è una figura cruciale per il corretto funzionamento del condominio: ecco chi è, cosa fa e perché è importante per gli utenti
Francesca Cimellaro
Avvocato
- Chi è e cosa fa l’amministratore di condominio
- Come viene nominato l’amministratore di condominio?
- Chi può fare l’amministratore di condominio?
- Come diventare amministratore di condominio: requisiti e formazione
Come si diventa amministratore di condominio? Perché è così importante questo professionista?
L’amministratore di condominio è una figura professionale che, in alcuni casi, è obbligatoria e richiede una formazione specifica. La sua nomina, revoca, funzioni e modalità di esecuzione sono regolamentate dal Codice civile, perciò è importante conoscere questi aspetti prima di procedere con la nomina o la revoca. Niente va lasciato al caso in questo caso.
In questo articolo, approfondiamo i requisiti e la formazione necessaria per diventare amministratore di condominio, ma anche i compiti e gli obblighi a cui deve adempiere.
Chi è e cosa fa l’amministratore di condominio
L’amministratore di condominio è un professionista incaricato della gestione amministrativa, finanziaria e tecnica di un condominio. Le sue mansioni possono includere:
- la raccolta dei contributi dei condomini per le spese condominiali;
- la gestione dei conti bancari condominiali e dei registri contabili del condominio;
- la convocazione dell’assemblea condominiale;
- la gestione delle relazioni con i fornitori e i professionisti del condominio, come l’idraulico o il giardiniere;
- la supervisione della manutenzione e della pulizia dei comuni;
- la rappresentanza legale del condominio in caso di controversie o di azioni legali;
- la gestione e la risoluzione dei problemi tra i condomini.
La nomina dell’amministratore è obbligatoria quando ci sono più di 8 condomini e può essere scelta tra i condomini stessi o può essere un professionista esterno. Pur rivestendo il ruolo di rappresentante del condominio, come stabilito dall’articolo 1117 del Codice Civile e dal regolamento di condominio, non ha alcuna responsabilità o rappresentanza per le parti private dell’edificio come gli appartamenti dei condomini.
Come viene nominato l’amministratore di condominio?
La nomina dell’amministratore di condominio avviene attraverso una delibera dell’assemblea dei condomini. L’assemblea può essere convocata dall’amministratore uscente, oppure quando non c’è un amministratore, può essere richiesta da almeno due condomini che rappresentino almeno 1/6 del valore dell’edificio o 166,66 millesimi.
Per eleggere un amministratore di condominio non è necessaria l’unanimità, ma solo la maggioranza dei voti in base alle quote millesimali (500/1000) e la maggioranza dei presenti al voto. Dopo la nomina, il nuovo amministratore deve comunicare i propri dati anagrafici e professionali, nonché il compenso richiesto, accettando così l’incarico. Il mandato ha una durata di un anno.
L’incarico di amministratore di condominio ha una durata di un anno, con la possibilità di essere rinnovato per un ulteriore anno, a meno che non venga revocato, sempre dall’assemblea. Ma il condominio può anche scegliere di cambiare amministratore.
Chi può fare l’amministratore di condominio?
Cominciamo col dire che il ruolo di amministratore di condominio può essere svolto sia da un condomino dello stabile che da un professionista esterno al condominio, che deve essere autorizzato dai condomini. Questo professionista può essere una persona fisica o una società, ma in entrambi i casi deve avere una partita IVA. Ad ogni modo, l’attività di amministratore di condominio richiede competenze e conoscenze specifiche in diversi campi, tra cui l’edilizia e le questioni giuridiche e contabili.
Una solida preparazione è fondamentale per ricoprire il ruolo di amministratore condominiale, poiché questo lavoro comporta molte responsabilità. Nelle riunioni condominiali, in cui spesso si verificano dispute, è importante che l’amministratore sia imparziale e abbia la capacità di gestire le situazioni con pazienza e una naturale inclinazione alla mediazione. Ma approfondiamo tutti i requisiti necessari che deve possedere un buon amministratore di condominio.
Come diventare amministratore di condominio: requisiti e formazione
In Italia, non è necessario avere una formazione specifica o una laurea per diventare amministratore di condominio. Tuttavia, il Codice Civile stabilisce alcuni requisiti obbligatori per chi aspira a questa posizione. Vediamoli:
- non essere stati sottoposti a misure preventive diventate definitive, salva avvenuta riabilitazione;
- non essere interdetti o inabilitati;
- godere dei diritti civili;
- non essere annotati nei protesti cambiari;
- non essere stati condannati per delitti contro la PA, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio e per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commina la pena della reclusione non inferiore – nel minimo – a due anni e – nel massimo – a cinque anni.
Per quanto riguarda il percorso formativo, il futuro amministratore di condominio dovrà possedere un diploma di scuola secondaria di secondo grado e frequentare un corso di formazione di almeno 72 ore, di cui almeno un terzo dovrà essere composto da esercitazioni pratiche.
Inoltre, dovrà partecipare a corsi di formazione periodica per mantenere costantemente aggiornato le proprie conoscenze, per un minimo di 15 ore annuali. Qualsiasi ente o persona può organizzare e erogare corsi di formazione per amministratori di stabili, a patto che vengano rispettati i requisiti stabiliti dal decreto ministeriale del 2014.
Dopo aver completato il corso per acquisire le competenze tecniche, giuridiche, contabili e gestionali necessarie, il candidato dovrà sostenere un esame scritto e orale. Se l’esame viene superato, il candidato riceverà un attestato che gli consentirà di iscriversi al registro telematico degli amministratori di stabili. Non c’è invece l’iscrizione presso un albo professionale, poiché la professione di amministratore di condominio non è regolamentata dalla legge n. 4 del 2013 e non prevede un esame di Stato.
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