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Come fare la revoca giudiziale dell'amministratore di condominio

L'amministratore sta causando seri problemi al condominio? Con la revoca giudiziale i condomini possono sostituirlo: ecco la procedura da seguire

Ultimo aggiornamento 17-01-2025
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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Hai riscontrato problemi nella gestione del tuo condominio o ti sei trovato di fronte a gravi irregolarità da parte dell’amministratore? Quando la fiducia viene meno e gli interessi del condominio sono compromessi, i condomini hanno a disposizione uno strumento efficace: la revoca giudiziale dell’amministratore.

Questa procedura non è solo un diritto, ma un modo concreto per ristabilire ordine e trasparenza nella gestione condominiale. Scopri in questo articolo quali sono i passaggi necessari per rivolgersi al tribunale e cosa aspettarti una volta avviata la revoca.

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Che cos’è la revoca giudiziale e quando farla

Shutterstock

La revoca dell’amministratore è uno strumento fondamentale per tutelare i diritti dei condomini, perché permette di interrompere il rapporto di collaborazione tra il condominio e il soggetto incaricato della sua gestione. Questa procedura può essere avviata quando emergono situazioni in cui l’amministratore non rispetta gli obblighi e i doveri legati al suo mandato, oppure quando il suo operato causa un grave danno al condominio.

L’interruzione del rapporto con l’amministratore può avvenire in due modi principali:

  1. Decisione dell’assemblea condominiale
    In via ordinaria, l’assemblea dei condomini può deliberare la revoca dell’amministratore. Per farlo, è necessaria una maggioranza calcolata in base ai millesimi di proprietà, o secondo le modalità previste dal regolamento condominiale, se diverse e legittime.
  2. Revoca giudiziale
    Si ricorre al tribunale quando uno o più condomini rilevano irregolarità gravi nella gestione dell’amministratore. In questo caso, viene depositato un ricorso e il giudice valuta se le irregolarità comportano un danno rilevante per il condominio. Solo in presenza di tali condizioni, il giudice può statuire la revoca.

La revoca giudiziale diventa necessaria quando l’amministratore si rende responsabile di comportamenti che violano il suo mandato o arrecano pregiudizio alla comunione condominiale. La legge identifica chiaramente i casi in cui l’amministratore può essere ritenuto responsabile, offrendo così uno strumento di protezione per i condomini.

Revoca giudiziale amministratore condominio: la procedura da seguire

La revoca giudiziale dell’amministratore di condominio è una procedura che interviene in caso di gravi irregolarità nella gestione e richiede il coinvolgimento dell’autorità giudiziaria. È disciplinata da specifiche norme del codice civile e delle sue disposizioni attuative, che indicano i passaggi da seguire per interrompere il rapporto tra l’amministratore e il condominio.

Secondo l’articolo 1129 del codice civile, l’assemblea condominiale può deliberare la revoca dell’amministratore con la stessa maggioranza necessaria per la sua nomina. In base all’articolo 1136, quarto comma, questa maggioranza corrisponde a quella degli intervenuti che rappresentino almeno la metà del valore dell’edificio. La decisione può essere presa sia in sede di assemblea ordinaria che in una straordinaria, convocata secondo l’articolo 66 delle disposizioni attuative del codice civile.

Se l’assemblea non adotta la revoca, ciascun condomino può rivolgersi al tribunale. La giusta causa è un presupposto indispensabile per ottenere la revoca giudiziale. I casi specifici in cui è possibile ricorrere a questa procedura sono indicati nell’articolo 1129, comma terzo e nell’articolo 1131, ultimo comma del codice civile.

Il procedimento giudiziario segue queste fasi:

  • Ricorso al tribunale: il condomino presenta un’istanza indicando le irregolarità commesse dall’amministratore.
  • Audizione dell’amministratore: il giudice ascolta le parti coinvolte.
  • Decisione con decreto motivato: il tribunale emette un decreto che dispone la revoca dell’amministratore, se le motivazioni risultano fondate.

Secondo l’articolo 64 delle disposizioni attuative, contro la decisione del tribunale è possibile proporre reclamo alla corte d’appello entro dieci giorni dalla notifica.

Quando la revoca è stabilita dal giudice, l’assemblea condominiale non può rinominare l’amministratore revocato. Inoltre, il condomino che ha presentato il ricorso può ottenere la rivalsa per le spese legali nei confronti del condominio, il quale a sua volta può rivalersi sull’amministratore revocato.

Quando può essere revocato dal tribunale l’amministratore di condominio?

amministratore condominiale

Shutterstock

La revoca giudiziale dell’amministratore è possibile quando commette gravi irregolarità nella gestione condominiale. La legge elenca alcune situazioni principali:

  • Convocazione assemblee: mancata convocazione per l’approvazione del rendiconto o per la revoca/nomina del nuovo amministratore.
  • Inosservanza di provvedimenti: mancata esecuzione di decisioni giudiziarie, amministrative o deliberazioni dell’assemblea.
  • Gestione fondi: mancata apertura di un conto intestato al condominio o confusione tra patrimonio personale e condominiale.
  • Azioni legali: negligenza nella gestione delle procedure per recupero crediti condominiali.
  • Registri e comunicazioni: mancata tenuta dei registri obbligatori o omissione di informazioni richieste dai condomini.
  • Dati personali: omessa o inesatta comunicazione di dati anagrafici e professionali obbligatori.

In presenza di queste violazioni, il tribunale può disporre la revoca, tutelando i diritti dei condomini e assicurando una gestione trasparente.

Cosa succede dopo la revoca giudiziale di un amministratore?

In caso di revoca giudiziale, l’amministratore revocato rimane in carica in regime di prorogatio imperii fino alla nomina di un nuovo amministratore, al fine di evitare vuoti gestionali.

La legge stabilisce che il nuovo amministratore non possa essere lo stesso soggetto appena revocato. Tuttavia, durante il periodo di prorogatio, l’amministratore revocato conserva il dovere di garantire la gestione ordinaria del condominio e, se richiesto da uno dei condomini, deve convocare l’assemblea condominiale con all’ordine del giorno la nomina del nuovo amministratore.

Per evitare che il periodo di prorogatio si prolunghi eccessivamente, si consiglia di notificare tempestivamente all’amministratore revocato il decreto del tribunale, accompagnato da una richiesta formale per la convocazione immediata dell’assemblea.

Affidarsi a un amministratore di condominio competente e trasparente è essenziale per garantire una gestione serena e priva di problemi. Se hai avuto esperienze negative o hai dubbi sulla correttezza della gestione attuale, è il momento di fare un passo verso una soluzione migliore.

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Domande frequenti:

  • Quando e per quali motivazioni può essere disposta la revoca giudiziaria dell'amministratore?

    L’articolo 1129, comma 11, del codice civile prevede che l’amministratore possa essere revocato tramite ricorso al giudice in caso di mancata presentazione del rendiconto di gestione o qualora commetta gravi irregolarità.

  • Come avviene la revoca dell'amministratore di condominio?

    La revoca ordinaria dell’amministratore spetta all’assemblea condominiale e si realizza con la maggioranza basata sul valore delle quote di proprietà (millesimi) o secondo le modalità specificate dal regolamento condominiale, purché queste siano legittime.

  • Come revocare l'amministratore di condominio senza sbagliare?

    Per revocare l’incarico dell’amministratore, è necessaria una delibera dell’assemblea condominiale. La decisione può essere presa in qualsiasi momento, indipendentemente dalla presenza di una giusta causa o di un motivo specifico.

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