Riforma catasto: le conseguenze per i cittadini
La riforma del catasto presente nella legge delega fiscale del 2021 è stata approvata: cosa cambia per i proprietari di casa
- Riforma del catasto: cos’è e cosa prevede
- Riforma del catasto: chi riguarda
- Riforma catasto: i costi
Il governo Draghi alla fine ha approvato la riforma del catasto di cui si parlava ormai da mesi, inserendo il testo nella legge delega fiscale del 2021. Si tratta di una riforma che prevede l’aggiornamento dei dati catastali, che punta a far emergere tutti gli immobili e i terreni che ad oggi non risultano censiti. Inoltre, prevede anche la rivalutazione della rendita catastale di immobili e terreni, operazione che sicuramente avrà delle conseguenze per i proprietari, che temono così di ritrovarsi a pagare maggiori tasse. Scopriamo cosa prevede la riforma del catasto e quali sono le conseguenze per tutti i cittadini.
Riforma del catasto: cos’è e cosa prevede
Con la legge delega fiscale del 2021 il governo di Mario Draghi ha introdotto la molto attesa riforma del catasto, che prevede l’introduzione di modifiche normative e operative che consentano di portare alla scoperta di terreni e immobili che ad oggi non risultano ancora accatastati. Per quanto riguarda la rendita catastale, è prevista l’introduzione di un nuovo meccanismo di valutazione periodica legato anche al mercato immobiliare. La principale novità è che gli immobili non saranno più mappati solo con il valore catastale, ma anche in base al valore di mercato.
La messa in opera della riforma del catasto, secondo la stima del governo Draghi, richiederà 5 anni: questo implica che le nuove informazioni saranno rese disponibili a partire dal 1° gennaio 2026, salvo ritardi. Le nuove informazioni raccolte, almeno per il momento, non avranno quindi effetti su eventuali allineamenti della tassazione: non dovrebbero esserci aumenti per i contribuenti, dato che si tratta di una semplice mappatura degli immobili in Italia.
Riforma del catasto: chi riguarda
La riforma del catasto riguarda tutti i cittadini che siano proprietari o co-proprietari di terreni e beni immobiliari sul suolo italiano. L’obiettivo del governo al momento è quello di eseguire una raccolta dei dati aggiornati sullo stato del patrimonio immobiliare in Italia, così da censire tutti quegli immobili e terreni che non siano ancora stati accatastati.
Riforma catasto: i costi
Le rassicurazioni del governo Draghi sembrano aver placato gli animi per chi temeva che la riforma del catasto si traducesse nel prossimo anno in un aumento della tassazione su terreni e immobili di proprietà. A far temere aumenti salati è soprattutto l’allineamento del valore catastale degli immobili con quello commerciale, che è tra l’altro soggetto ad adeguamenti periodici in funzione della zona in cui si trova l’immobile o il terreno.
Ma cosa accadrebbe se, al termine di 5 anni di nuova mappatura, si decidesse di ricalcolare la tassazione basandosi sulla nuova rendita catastale? Considerato che questa tiene conto anche del valore commerciale, la tassazione sarebbe destinata ad aumentare, sia per l’IMU che per le imposte di registro e tutte le tasse previste su case e fabbricati.
Per chi invece è proprietario di un immobile o di un terreno che non è ancora accatastato, il censimento potrebbe portare a far emergere queste proprietà, pertanto coloro che non sono in regola o temono di non esserlo potranno verificare con un notaio e un professionista, come un geometra o un ingegnere edile, l’accatastamento del proprio immobile, per non incorrere in spiacevoli sorprese.