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Salva Casa: le nuove FAQ del Ministero per gestire gli interventi edilizi

Il Ministero ha pubblicato le nuove FAQ sul Salva Casa: ecco i chiarimenti per gestire in modo facile e veloce interventi edilizi e sanatorie

30-01-2025
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Content Manager, specializzata in strategia e produzione di contenuti editoriali. Dopo la laurea in letterature straniere e la specializzazione in editoria, si concentra sulla scrittura per il web. Da oltre tre anni si occupa del settore edilizio e immobiliare, con particolare riferimento a incentiv...
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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha pubblicato le FAQ sul Salva Casa, ovvero tutte le risposte alle domande più frequenti poste dagli utenti. L’obiettivo è chiarire a tutti come gestire i lavori edilizi in casa e come applicare le semplificazioni introdotte dal Decreto. Le linee guida permettono di capire ancora meglio le nuove regole sulle sanatorie, quindi cosa fare e come mettersi in regola in caso di abusi edilizi di lieve entità.

Cosa cambia col Decreto Salva Casa?

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Prima del Decreto Salva Casa, chi voleva effettuare interventi edilizi presso un immobile doveva ricostruire la sua storia urbanistica e questa necessità rendeva le pratiche molto difficoltose perché spesso non era possibile reperire documenti datati e storici.

Con la nuova normativa è sufficiente recuperare solo l’ultimo titolo edilizio a condizione che il Comune abbia già verificato la validità dei titoli precedenti. Il MIT chiarisce che è sufficiente indicare gli estremi dei titoli pregressi nella modulistica apposita senza ulteriori verifiche.

Il Decreto semplifica ulteriormente la pratica perché permette di presentare un’unica istanza per più operazioni edilizie come il cambio di destinazione d’uso e le opere di adeguamento dell’immobile. Mentre prima per ogni trasformazione dell’immobile occorreva iniziare una pratica differente per ogni operazione.

Scopri di più: Si può sanare una veranda col Decreto Salva Casa?

Cosa dice il Salva Casa per gli immobili vincolati?

Prima del DL Salva Casa, non era possibile sanare piccole difformità negli immobili sottoposti a vincoli. Adesso, è consentita la sanatoria per aumenti di volume o superficie, purché la compatibilità paesaggistica sia verificata da Regione e Soprintendenza. La procedura ha tempi certi e, in alcuni casi, si applica il meccanismo del silenzio-assenso.

Quali sono le novità per gli edifici costruiti prima del 1977?

Gli edifici costruiti prima del 30 gennaio 1977 non avevano una procedura per approvare varianti in corso d’opera. Con il DL Salva Casa, queste difformità possono essere sanate tramite SCIA in sanatoria, con una sanzione tra 1.032 e 10.328 euro. Il Comune non è tenuto a verificare la conformità alle norme urbanistiche ed edilizie dell’epoca.

Quai sono le tolleranze edilizie del Salva Casa?

Prima gli scostamenti costruttivi superiori al 2% erano considerati violazioni edilizie. Ora, se dovuti ai limiti delle tecniche costruttive dell’epoca, non costituiscono più violazione se compresi tra il 2% e il 6% in base alla superficie dell’immobile. Questo principio si applica anche agli immobili vincolati, senza bisogno di autorizzazione paesaggistica.

Quali sono le sanzioni per sanatoria previsti dal Salva Casa?

La SCIA in sanatoria prevede il pagamento di una somma tra i 516 e i 10.328 euro, a seconda della conformità dell’intervento. Se il Comune stabilisce che non vi è stato un aumento di valore dell’immobile, può applicare direttamente la sanzione minima.

Quando si può modificare la destinazione d’uso?

Ora è sempre possibile il mutamento tra categorie funzionali affini (residenziale, turistico-ricettiva, produttiva-direzionale, commerciale), salvo specifiche limitazioni imposte dai Comuni. Le amministrazioni locali devono definire chiaramente le condizioni, evitando ambiguità normative.

Il decreto ha eliminato l’obbligo di reperire aree per opere pubbliche o parcheggi, riducendo gli oneri per i cittadini. Gli oneri di urbanizzazione primaria non sono più dovuti, mentre restano quelli per l’urbanizzazione secondaria, se previsti dalle normative locali.

Cosa dice la Legge sul recupero dei sottotetti?

Il DL Salva Casa permette il recupero abitativo dei sottotetti anche se non vengono rispettate le distanze minime tra edifici, purché l’intervento non modifichi la forma, la superficie o le altezze dell’edificio. Questa regola vale per tutte le regioni che hanno disciplinato il recupero dei sottotetti, salvo specifiche limitazioni locali. In alcuni casi, come il cambio d’uso con opere interne o la ristrutturazione della copertura con rotazione delle falde, si applica la deroga sulle distanze minime. Ricordiamo che il Salva Casa ha stabilito nuove altezze minime per l’abitabilità.

Esempio di recupero sottotetto

Per esempio, se un intervento prevede la trasformazione di un sottotetto in un’abitazione oppure la modifica dell’inclinazione del tetto senza aumentare l’altezza dell’edificio la deroga si può applicare anche se le norme regionali regolano solo in parte questi lavori. Però se i lavori prevedono il rialzo del tetto, quindi determinano una maggiore altezza dell’edificio, allora la deroga non è consentita.

Ricordiamo che per tutti gli interventi edilizi che si vogliono effettuare presso la propria abitazione si possono chiedere delle agevolazioni fiscali edilizie come il Bonus Ristrutturazione o l’Ecobonus a seconda dei lavori.

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