Francesca Cimellaro
Avvocato
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Qualsiasi sia la motivazione, per eseguire una corretta divisione dei beni è necessario rivolgersi a un notaio, che calcolerà al meglio quote di spettanza, tempi e costi di questa operazione.
Può trattarsi di un’eredità da suddividere tra gli eredi diretti o designati, di un patrimonio da spartire in base al regime patrimoniale scelto a seguito di un matrimonio, un divorzio o il decesso del coniuge, così da eseguire l’operazione a norma di legge accontentando tutte le parti in causa.
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Il suggerimento è sempre quello di rivolgersi a un serio professionista del settore, poiché il rischio è che in seguito possa essere impugnato il testamento o il contratto in oggetto con pesanti conseguenze economiche e legali per gli interessati. Vediamo quindi nel dettaglio come affrontare al meglio la divisione dei beni in base al caso specifico.
I beni appartenenti a un defunto sono divisi alla sua morte tra gli eredi, che possono essere legittimi o testamentari.
Il coniuge e i figli possono quindi entrare in possesso dell’intera eredità suddividendola in base alla norma di legge, oppure sottostare al testamento che prevede la scelta di altre persone nel lascito di beni mobili e immobili.
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Tuttavia parte dell’eredità spetta comunque loro di diritto e in questo caso dovranno accontentarsi della quota di legittima che viene accertata dal notaio e disciplinata secondo la normativa attualmente vigente.
Il primo passo da compiere è quindi quello di accertarsi se esiste o meno un testamento e nel caso procedere alla sua apertura, convocando i discendenti diretti e successivamente tutte le parti in causa per validare la volontà del defunto.
È compito del notaio informare tutti gli aventi diritto del lascito e dare loro un tempo per poter ottenere i vantaggi previsti, scaduto il quale la quota verrà nuovamente suddivisa tra gli eredi legittimi.
Il matrimonio, sia civile sia religioso, prevede in fase preliminare la scelta di un regime tra quello di comunione o di separazione dei beni.
Nel primo caso tutti i beni acquistati dopo le nozze appartengono in quote identiche ad entrambi i coniugi e quindi in caso di divorzio vanno ripartiti in parti uguali, nel secondo tutto ciò che appartiene a una persona prima del matrimonio o viene comprato successivamente è di esclusiva spettanza della stessa, senza che l’altra possa avanzare pretese dopo la separazione.
Attualmente il regime maggiormente scelto è quello della separazione, soprattutto se sono coinvolte attività economiche per le quali non si desidera ereditare gli eventuali debiti in caso di decesso di una delle due parti.
Di fatto è improprio parlare di divisione dei beni in caso di divorzio, perché la divisione già intercorre in sede di separazione. La separazione comporta una divisione dei beni.
Al momento della separazione le parti si troveranno a suddividere le proprietà e i beni in loro possesso, tenendo conto del regime patrimoniale scelto al momento del coniugio (comunione o separazione dei beni).
Se dovessero sorgere delle controversie, sarà necessario rivolgersi a un legale e compiere tutti gli accertamenti del caso per portare delle prove a proprio favore, documentando la tesi con appositi documenti firmati nel corso del tempo.
In tale situazione il costo del giudizio tende a salire notevolmente, poiché non si tratta più di una condizione pacifica ma di una battaglia punto per punto per ottenere i maggiori vantaggi a livello economico.
Pertanto, il suggerimento è di chiarire sin dall’inizio quali sono le proprietà condivise e quelle personali, così da arrivare a una risoluzione serena nel caso fosse necessario.
In caso di dipartita del coniuge, è sempre necessario fare una divisione tra il regime di comunione e quello di separazione dei beni.
Nel primo caso, il 50% del patrimonio già appartiene al coniuge superstite, che potrà ereditare anche la restante parte in totale, dividerla in parti eque con il figlio oppure sottostare al testamento seppur ottenendo la propria quota legittima.
La persona in vita ha 10 anni di tempo per decidere se accettare o no l’eredità . La dichiarazione di successione deve essere comunicata entro un anno dalla morte.
La situazione si complica in caso di separazione dei beni, poiché con questa evenienza si segue la linea descritta in precedenza per tutti gli eredi.
In primo luogo si procede all’apertura del testamento davanti a un notaio, che avrà il compito di convocare in un tempo prestabilito tutte le parti in causa per informarle dell’eventuale lascito. Potrebbe quindi avvenire che la parte più consistente del lascito non appartenga al coniuge ma ad altri individui, tuttavia potrà contare su una quota legittima da suddividere con gli eventuali altri eredi diretti.
Quando si ha bisogno o si decide di eseguire una divisione dei beni, i costi da considerare sono molteplici: si parte dalla parcella del notaio, passando per tutti i documenti necessari da presentare al comune, per arrivare alle imposte da versare allo Stato per legge da calcolare sul patrimonio della famiglia.
Vediamo i principali costi riassunti in tabella:
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Dettaglio | Costi |
Separazione dei beni | Da 1.000 a 1.500 € |
Parcella del notaio | 400 € |
Tasse, bolli, trascrizione dell’atto | 100 € |
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È importante notare che i costi indicati si riferiscono alla scelta del regime patrimoniale della separazione dei beni dopo il matrimonio e non alla divisione dei beni ereditari, che comporta differenti imposte e spese.
Se, ad esempio, la divisione dei beni è coinvolta in un processo di divorzio, l’esborso di denaro potrebbe essere più consistente se le parti non si trovano d’accordo fra loro e devono produrre tutta la documentazione del caso per dimostrare la propria tesi. In tal caso, sarà necessario ricorrere non solo alla figura del notaio ma anche richiedere una consulenza legale.
Molto più semplice è la situazione in caso di dipartita di un coniuge, soprattutto in presenza di un testamento che chiarisce già le volontà del defunto e non richiede un lavoro di accertamento minuzioso da parte di professionisti del settore.
In caso di separazione dei beni, ogni coniuge manterrà inalterata ed esclusiva la titolarità sui beni acquistati prima, dopo e durante il matrimonio, senza che l'altra parte possa avanzare pretese dopo un divorzio o un decesso con testamento regolamentare. Questo non significa che il superstite non potrà godere di una quota di eredità , ma che questa non sarà necessariamente la più consistente se è stato stabilito diversamente.
Richiedi un Preventivo su PG CasaLa divisione dei beni viene eseguita direttamente dal notaio, che si avvale di un team di professionisti in diritto tributario per stabilire correttamente le quote.
L'operazione può essere eseguita al momento della stesura del testamento, quindi prima della morte e d'accordo con la persona, sia dopo nel caso in cui non fosse stata lasciata alcuna disposizione. In questa situazione si seguirà la normativa di legge attualmente vigente, attribuendo comunque una quota di base al coniuge e agli eredi diretti, che non potranno essere totalmente esclusi dal lascito.
Avvocato
L’avv. Francesca Cimellaro, laureata a pieni voti all’Università degli Studi di Milano, ha conseguito la propria formazione presso il Foro di Milano, ove ha sviluppato un profondo interesse per l’esercizio della professione. Oggi è iscritta all’albo degli avvocati di Varese ed è socia della Camera Civile di Varese. Lo studio, situato nel cuore di Varese, si rivolge ad una clientela di privati, imprese e professionisti che necessitano della consulenza e dell’assistenza in ambito civilistico, sia in sede giudiziale che stragiudiziale. Obiettivo principale è la tutela dell’interesse del cliente, nel rispetto delle norme e del Codice di Deontologia. Lo studio opera principalmente nell’ambito del diritto civile, avvalendosi della collaborazione di professionisti di fiducia in tutti gli altri ambiti del diritto.