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Nel settore edilizio con il termine copertura si intende quella porzione di una struttura a cui è stato demandato il compito di proteggere lo stesso edificio dagli agenti atmosferici.
Inoltre, essa svolge anche l’incarico di definire la parte superiore di una struttura: e dunque la copertura può essere una parte di un palazzo o molto più semplicemente una tettoia o una pensilina.
Per queste ragioni, la copertura è costituita da uno strato con scopo di protezione, detto manto, elemento di isolamento termico/acustico e da un altro sistema portante.
La copertura rappresenta uno dei fattori di maggiore importanza nella realizzazione di un immobile. Ecco perché nel campo delle progettazioni edili esiste un ruolo apposito che si occupa, studia e realizza l’impermeabilizzazione delle coperture. Quest’ultimo si occupa di isolare i tetti, le terrazza, le fondazioni, le mura a contatto con il terreno e dunque evitare un fenomeno: l’infiltrazione dell’acqua.
La guina bituminosa è composta da un mix di bitume distillato additivato di alcuni polimeri: al loro interno vengono aggiunte armature in rete di poliestere. La sua caratteristica fondamentale si sostanzia nel fatto che è molto resistente, tant’è che viene di solito realizzata per uno spessore tra i 3 e 5 mm.
Per essere utilizzata, la guaina deve essere stesa sul piano impermeabilizzare e riscaldata mediante un cannello a gas, così che si compatti alla superficie. Il suo utilizzo principale avviene nelle opere di controterra, sui tetti e sui terrazzi piani.
Similarmente alla guaina bituminosa, il sintetico prevede un manto che si raggiunge con estrusione, calandratura e spalmatura. Nella sua mescola ci sono armature in rete di poliestere o materiale come il vetro.
C’è una sostanziale differenza con la guaina bituminosa: il sistema gode di uno spessore inferiore, che si aggira di solito tra i 1,5 e 1,8 mm.
Il manto in questione viene fissato agli strati sottostanti o alla struttura con delle zavorre o un fissaggio di tipo meccanico, mentre i teli sono fissati tra loro con aria calda tramite macchinari selezionati e specifici. Il suo ambito di applicazione: tetti piani a vista, zavorrati o verdi, nelle piscine, nelle vasche e nelle cisterne.
Prima di procedere è importante sottolineare che esistono diverse membrane utilizzabili per i tetti. A partire da quella bituminosa, la più utilizzata ed economica. Derivante dal petrolio, gode di un’ottima capacità di impermeabilità senza però essere in grado di proteggersi da pioggia, neve o dal classico calpestio derivante da sollecitazioni esterne.
Per questa ragione, la posa deve essere realizzata dall’applicazione di una protezione superficiale. Le membrane bituminose si applicano attraverso una fiamma libera. Sul mercato si trovano anche membrane polimeriche, le quali hanno percentuali più significative di Pvc. La loro peculiarità è l’elasticità. Sono poche adatte per i tetti coperti da catrame e asfalto.
Rimanendo sempre sul versante dei tetti, c’è una membrana che si applica a “freddo” , senza fiamma libera: sono le membrane autoadesive. E’ spesso utilizzata se per ragioni diverse il tetto non può resistere alla fiamma.
Ultima membrana è definita autoprotetta, la cui caratteristica principale risiede nella resistenza alla pioggia, vento e neve. Questa qualità è frutto della presenza di uno strado solido come il rame o l’alluminio. Si applica a freddo ed è la soluzione per i tetti più costosa.
Tipologie di impermeabilizzazione coperture | Prezzi medi |
Manodopera per la posa | 2,50 € – 17,50 € al mq |
Costo della membrana bituminosa | 2,20 – 4,60 € al mq |
Guaina prefabbricata polimerica | 3,75 € – 9,00 € al mq |
Costo della membrana autoadesiva | 4,25 € – 8,50 € al mq |
Costo della membrana autoprotetta | 4,75 € – 11,50 € al mq |
La Bentonite è un elemento naturale a base, come suggerisce il nome, di bentonite di sodio. È ritenuto come un composto ideale per isolare strutture interrate in calcestruzzo, anche perché è veloce nella sua posa e facile nell’applicazione. Il suo ambito di applicazione: nelle taverne, nei garage interrati, nelle platee di fondazione, nelle murature controterra e nei sottopassi.
Si tratta di un mix realizzato per coprire e isolare le superfici metalliche o le superfici ad uso carrabile. Come la Bentonite, si tratta di un composto veloce nella posa e adatto a diversi tipi di superficie. Ambito di applicazione prediletto: nei parcheggi, nelle piscine, nelle vasche, nelle cisterne, nei tetti piani in legno o nelle coperture piane in generale.
Sabbia, cemento e additivi chimici: sono gli elementi che compongono le malte cementizie. Una volta stese sulla superficie, gli additivi sono necessari per elasticizzare il prodotto. Il materiale viene steso su più mani, usando una spatola: per raggiungere un isolante più resistente, dopo una prima mano viene usato uno strato di fibra di vetro per poi finire con una seconda mano di malta cementizia. Ambito di utilizzo: nei terrazzi, nelle piscine, nelle vasche e nelle cisterne.
Come si potuto evincere, si tratta di procedimenti piuttosto complessi che bisogna affrontare con dovizia di attenzione e capacità. Un lavoro che di certo non può essere demandato ad improvvisazione o a casualità ma deve essere svolto da professionisti del settore, capaci di cogliere le necessità della copertura e adottare scelte più consone per salvaguardare la superficie e l’incolumità della struttura.