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GUIDA UTILE
A cura di:Vittorio Francesco Pangallo

Bonifica eternit: tutto quello che c’è da sapere

Bonifica eternit: un intervento per tutelare la salute

L’Italia dal 1992 ha dato avvio al progetto di bonifica eternit prendendo atto, a livello sanitario e politico, del rischio che l’utilizzo di questo materiale comporta per la salute. Di fatto, da questa data, sul territorio nazionale è bandito l’utilizzo dell’amianto per realizzare nuove costruzioni.

 

Purtroppo il problema non è stato risolto, c’erano e ci sono ancora oggi centinaia di migliaia di strutture che presentano elementi in eternit, basti pensare alla canna fumaria in eternit di un camino o ai tetti. Per affrontare il problema sono stati emanati documenti e normative che hanno offerto delle linee guida per individuare il comportamento virtuoso in tal senso. L’obiettivo è smaltire correttamente l’amianto soprattutto se si presentano determinate condizioni di rischio per la salute delle persone che vivono in un ambiente.

 

Il problema si presenta in ragione delle fibre di amianto che possono sgretolarsi, staccarsi dai manufatti e disperdersi nell’ambiente sotto forma di polveri sottili. A quel punto, le persone presenti nell’ambiente facilmente le inalano, mettendo fortemente a rischio l’apparato respiratorio. Ci sono state negli anni tante ricerche scientifiche che hanno fatto emergere la pericolosità dell’amianto e soprattutto della stretta connessione con alcune patologie tra cui:

  • il carcinoma laringeo
  • l’asbestosi (cicatrizzazione dei polmoni)
  • il cancro ai polmoni
  • la mesotelioma (neoplasia a carico di un tessuto che avvolge quasi tutti gli organi interni del corpo)

 

I rischi, tuttavia, non sono soltanto collegati alla possibilità di poter inalare queste polveri sottili, ma anche di ritrovarsi di averle nell’acqua potabile. Infatti, in passato l’amianto veniva usato per realizzare gli impianti e qualora dovesse essere ingerito potrebbe provocare un cancro a carico dell’apparato gastrointestinale.

Bonifica eternit normativa

L’intervento di bonifica dell’amianto è fondamentale per poter eliminare il rischio. Le dinamiche dell’intervento vengono stabilite dalla legge sulla bonifica dell’amianto che è stata proposta sul territorio nazionale con diverse modalità. Infatti il primo documento che ha affrontato il problema risale al 1986. In particolare, la legge del 26 giugno del 1986 sotto forma di ordinanza del Ministero della Sanità prendeva spunto dalla direttiva europea numero 83/478 e aveva come primo effetto quello di limitare l’uso del materiale.

 

Fu un primo passo importante e incoraggiante ma assolutamente non sufficiente per risolvere il problema che poi venne affrontato successivamente fino ad arrivare al DPR 215 del 1998, che è un po’ l’estensione di quanto già stabilito in Italia nel 1992, anno in cui fu bandito l’amianto. Con queste normative si stabiliva il divieto assoluto di estrarre il minerale e di utilizzarlo per qualsiasi genere di obiettivo. Di conseguenza c’era il divieto di occuparsi della commercializzazione, delle importazioni e anche della produzione di amianto e di prodotti che lo contengono.

 

Dal 1998 sono iniziati i primi interventi di rimozione dell’amianto anche se già precedentemente ci sono state delle opere in tal senso. Le prime procedure hanno riguardato le strutture pubbliche e poi quelle private che ne risultavano contaminate in maniera molto importante e pericolosa.

La pericolosità viene stabilita in base al rischio connesso alla polverizzazione delle fibre nell’aria. Ad esempio, negli edifici nei quali ci sono elementi in amianto a vista che tendono a sgretolarsi, è praticamente obbligatorio procedere con la bonifica eternit.

La procedura della bonifica amianto

Il decreto ministeriale emanato il 6 settembre 1994 offre informazioni chiare ed esaustive su come bisogna procedere con la bonifica eternit. In particolare, vengono individuate delle opzioni a seconda della situazione: la rimozione, l’incapsulamento e il confinamento.

L’intervento di rimozione che di fatto prevede l’asportazione completa dei manufatti presenti in un edificio, deve essere effettuato da personale competente perché occorre fare in modo che non ci sia il fenomeno di sgretolamento. Gli operatori devono essere preparati e disporre di una protezione ottimale, sia durante la rimozione, sia per il corretto trasporto presso un sito dove poi avverrà lo smaltimento vero e proprio. Questa è l’opzione migliore per poter ridurre il rischio.

 

L’incapsulamento è un intervento che tende a far rimanere il manufatto nell’edificio in cui si trova. Per proteggere le persone dal rischio viene quindi creata una sorta di barriera protettiva tra il manufatto e l’ambiente. Vengono usati dei materiali specifici proposti in commercio come le vernici coprenti o con gli impregnanti. Vanno applicati sulla parte superficiale per coprire tutte le porosità del materiale così che non possa esserci sgretolamento e soprattutto il fenomeno di polverizzazione delle fibre, di fatto trattenute all’interno. La normativa prevede in tal caso che i materiali utilizzati debbano presentare un colore piuttosto vivace per dar modo, ad eventuali e future verifiche tecniche, di avere un riscontro su quello che è stato fatto. Inoltre, al termine dell’intervento di incapsulamento dell’amianto, chi se ne occupa deve rilasciare un apposito certificato che attesti l’avvenuta bonifica eternit nel pieno rispetto delle normative. Tra l’altro c’è anche l’obbligo, da parte del proprietario, di provvedere a effettuare monitoraggi periodici da parte di personale competente per verificare che non ci siano rischi per la salute e che tutto sia ancora perfettamente ben incapsulato.

 

La terza opzione è quella del confinamento dell’amianto. In pratica si va a costruire una sorta di nuova struttura che va a creare una barriera fisica per non consentire alle lastre di amianto di venire a contatto con l’ambiente. Comunque la norma prevede che il confinamento debba essere effettuato su manufatti in amianto che siano stati precedentemente sottoposti all’intervento di incapsulamento. In pratica con questa opzione si ottiene il massimo riscontro in termini di sicurezza.

 

La scelta se optare sulla rimozione oppure sul confinamento e l’incapsulamento, dipende anche da dove si trova il manufatto. Un’azienda specializzata deve verificare che ci sia il rischio concreto di inalare polveri rilasciate nell’aria e valutare come comportarsi, ad esempio, se bisogna procedere con la bonifica tetti in eternit.

Bonifica eternit incentivi

Con la legge numero 257 del 1992 l’Italia ha bandito l’utilizzo dell’amianto per qualsiasi scopo. Nonostante questo, ancora oggi sono presenti sul territorio nazionale tanti immobili che presentano questo materiale e per questo si è obbligati a procedere con la bonifica canna fumaria eternit o la bonifica coperture in eternit.

Per venire incontro alle esigenze dei proprietari che devono eliminare e smaltire correttamente questo pericoloso materiale, lo Stato mette a disposizione alcuni importanti incentivi fiscali. In particolare è possibile accedere a:

  • Ecobonus con sgravio del 65% delle spese sostenute.
  • Bonus Ristrutturazione con risparmio del 50%.
  • Credito d’imposta riservato soltanto ai titolari d’impresa.

Bonifica eternit costi

Il prezzo per la bonifica amianto eternit parte da una base di 7,50 € al mq. Ovviamente il prezzo finale dipenderà da vari fattori, quali: attrezzature necessarie, personale richiesto, dimensione della superficie da bonificare, quantità di amianto da smaltire.

 

Superficie da smaltire Costi al mq
200 mq 11 €
500 mq 8,5 €
1.000 mq 7,5 €

 

Domande frequenti:

  • A chi spetta la bonifica eternit?

    Secondo le attuali normative e come stabilito da una sentenza del Tar della Lombardia, la bonifica eternit spetta sempre al proprietario dell’immobile, anche nel caso in cui sia stato locato per scopi commerciali.

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  • Come si bonifica l’eternit?

    La principale tecnica è l’incapsulamento dell'amianto. Viene effettuata con dei prodotti impregnanti che penetrano il materiale e occludono le porosità del cemento, così da non far rilasciare nell'aria pericolose polveri sottili. Le fibre non si disperdono e le persone presenti in un determinato ambiente sono protette.


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Vittorio Francesco Pangallo

Esperto in costruzioni e ristrutturazioni

Sono un esperto di ristrutturazioni edili, nato in una famiglia con una lunga tradizione nel settore. Fin da giovane ho sviluppato una passione per la costruzione e la ristrutturazione, ispirato dal lavoro di mio padre e di mio nonno. Dopo aver acquisito competenze pratiche, ho approfondito la mia formazione nelle aree dell'architettura, ingegneria e gestione del cantiere. Attualmente lavoro per Polistena Costruzioni srls, dove sono coinvolto in ogni fase dei progetti, dalla pianificazione alla supervisione dei lavori, puntando su qualità, innovazione e attenzione al cliente. Credo che la ristrutturazione debba essere personalizzata e che il rapporto con i clienti sia fondamentale. Partecipo attivamente a corsi e seminari per rimanere aggiornato sulle ultime novità del settore, convinto che ogni progetto rappresenti un'opportunità per migliorarsi.